Le ultime sulla riscoperta della Sostenibilità
Il tema della Sostenibilità corre, va veloce. Un po’ come tutto il mondo, digitalizzato e iperconnesso.
Il tema della Sostenibilità chiede attenzione, la merita. E’ anche a causa della pandemia da Covid-19 che questa materia può vantare un’accelerazione in termini di vigore, dedizione (spesso di carattere giovanile) e sensibilità.
La storia lo sapeva che un giorno saremmo dovuti tornare al punto di partenza, al rispetto dell’ambiente e delle cose che ci circondano. A dir la verità, è cosa detta e presto studiata che i cicli storici si esauriscono per rinnovarsi di volta in volta. E’ un po’ come il percorso del topo nella ruota: parte, corre forte, torna alla base e riparte, a volte più forte di prima.
L’unica certezza, nel percorso, è il punto di partenza.
Il punto di partenza dell’uomo sembra essere la sinergia con l’ambiente: la nostra corsa a cronometro nella ruota – cominciata in epoca industriale – sta finendo e siamo pronti ad un nuovo inizio. Oggi ci troviamo nella fase della riscoperta. La Sostenibilità e la “deadline” del pianeta guidano i nostri comportamenti, e non più viceversa.
Servono mentalità e pensieri diversi. Comportamenti diversi.
.0 è al lavoro per presentare un’assoluta novità nel settore e posizionarsi in un mercato assai complesso e competitivo. Il ri-uso dei materiali sarà, non a caso, una delle colonne portanti di .0 attraverso una modalità di produzione e riproduzione della sneaker del tutto originale (per ulteriori dettagli in merito, vi invitiamo a monitorare il nostro sito e ad iscriversi quanto prima alla mailing list per ricevere novità ed aggiornamenti in esclusiva).
Siamo al passo con i tempi. Lo dimostra anche una delle ultime tendenze, di cui probabilmente avrete già sentito parlare: il “mercato di seconda mano”. Qualcuno lo considererà soltanto come una delle inevitabili conseguenze dell’emergenza sanitaria ed economica nella quale tutti noi ci troviamo. Non certo noi, che in questa sede vogliamo andare più in profondità e provare a leggere tra le righe.
Il ri-uso di capi di abbigliamento, scarpe ed accessori cresce in maniera vistosa e a livello globale: Ipsos stima infatti che 4 persone su 10 nel mondo hanno acquistato da rivenditori di seconda mano. Certo, l’Italia non sembra proprio essere la forza trainante di questo movimento, ma segue attentamente il trend e si mette in coda.
In secondo luogo, Ipsos palesa anche le grandi difficoltà dei brand di lusso nel farsi pionieri della Sostenibilità. Aleggia infatti un alone di sfiducia sulle produzioni del lusso in grande scala.
Un’interpretazione più che plausibile su questa ricerca è che alla base di questi comportamenti di acquisto ci sia la ferma convinzione – da parte di un numero sempre crescente di persone – di intraprendere la strada verso un consumo più responsabile, orientato a inseguire quei prodotti che si prendono cura non soltanto degli interessi del fruitore ma anche e soprattutto di quelli del pianeta e delle future generazioni.
Altro spunto di questo recente studio concerne il graduale spostamento dal fast fashion allo slow fashion: dai prodotti di bassa qualità e basso prezzo a quelli di alta qualità e prezzo maggiore, con una durabilità più estesa nel tempo. Una produzione “lenta” e ritagliata sul consumatore che, pur richiedendo un prezzo di acquisto maggiore, garantisce affidabilità nel tempo.
Un ulteriore novità specificatamente nel settore calzaturiero riguarda l’app Snapfeet da poco lanciata sul mercato per permettere la prova virtuale e simultanea di un paio di scarpe. Oltre agli obiettivi di cui sopra resta, indubbiamente, la possibilità di riduzione dei resi e delle emissioni inquinanti. In questo caso, quindi, il concetto di Sostenibilità fa da sfondo e da leva per fornire un’esperienza di acquisto più completa ed integrata. Poco importa, quel che importa è che tale concetto sia presente ed efficace.
Ultimo della lista, non per importanza, Zalando. L’enorme e-commerce ha fatto sapere che per il 34% dei suoi clienti la Sostenibilità è diventata qualcosa di più importante, con naturale e conseguente incremento di “vendite sostenibili”. A conferma (se ce ne fosse bisogno) di una direzione chiara.
La rete tuona, insomma. Come il nostro pianeta, al quale il senso comune sembra tornare a strizzare l’occhiolino. Già, dico tornare. Un po’ come il topo nella ruota, come il ciclo della vita o di una storia d’amore piuttosto che di un’amicizia. Quel senso di circolarità che racchiude la nostra esistenza e che oggi ci riporta alla base, a quel senso di appartenenza e di comunione che per forza di cose dobbiamo al nostro unico pianeta.